sabato 6 marzo 2010

Cassandra: nada de eso es realidad

"C'era una volta una fanciulla. E questa fanciulla la natura l'aveva dotata di un dono molto particolare: riusciva ad osservare le cose così in fretta da riuscire a prevedere il futuro. Poteva intuire come sarebbe andata a finire con un buon anticipo. Potremmo chiamarlo sesto senso, o quinto senso e mezzo, capacità osservativa o iperdeduttività.
Il fatto rimane lo stesso: vedeva tutte le implicazioni di una situazione stendersi davanti ai suoi occhi. All'improvviso, e quasi fosse una specie di semidea, la sua prospettiva si sdoppiava e una parte di lei poteva osservare la situazione da leggermente più in alto e capire, o immaginare, come avrebbe potuto svilupparsi e quale dopotutto sarebbe stato, fra i vari futuri potenziali, quello che avrebbe preso il sopravvento.
Ma, in realtà, nella vita di tutti i giorni, ciò, anziché darle potere, le creava un tale accumulo di responsabilità, e preoccupazioni e ansie da portare sulle spalle che lei non sapeva ancora gestire. Non poteva migliorare. Poteva solo prevedere, almeno per il momento.
Quindi, non essendo un'eroina, o una dea, nè una persona normale ed ignara, si era scelta una sorta di ruolo da spettatrice, a volte divertita a volte più coivolta, ancora inesperta e delicata, ancora alle prime armi nel maneggiare i fili delle marionette.
Delusa e affascinata dal prevedibile ma inestricabile garbuglio delle relazioni umane.
Prevedibile ma inestricabile, come una maledizione."

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