venerdì 18 giugno 2010

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Incazzarsi a morte per quisquilie, conoscendone fin troppo bene il sottotesto.

Monza, giovedi 17 giugno, ore 1 di notte.
Attraversando il centro per andare alla macchina, mi fermo fuori da un bar per chiedere una sigaretta al cameriere, che e' li fuori che chiacchiera e fuma.
Gliela chiedo, me la da'.
Tempestivo, un signore con camicia a righine e ciuffo bianco, seduto ad uno dei tavolini, dice al cameriere, con spiccato accento e tono aggressivamente sarcastico:
"Oh, ma diGLI che dentro ce le hai, le sigarette."
Nel senso che se voglio fumare posso comprarmi un pacchetto al distributore automatico probabilmente presente all'interno del locale.
Lamentabilmente, io in queste situazioni non ho mai la presenza di spirito per rispondere a tono.
Ma se fossi stata un po' piu' pronta, avrei potuto rispondergli, a quel vecchiaccio impiccione, con le parole che, pochi secondi dopo la conclusione dell'episodio, hanno iniziato a sgorgare dalla bocca contratta del mio stomaco, purtroppo muto causa la mancanza di corde vocali.
E gli avrei detto:
"Senti, stupido, vecchio, inutile borghesotto brianzolo lampadato e senza un cazzo da fare, capisco che tu -e probabilmente nemmeno te ne rendi conto- sei un frustrato che fa una vita di merda e non sa cosa significhi divertirsi, e vivi da sempre in un posto dove la maleducazione e la scortesia sono tradizione popolare radicata. E capisco anche che tu, tipico esempio di industrialotto lombardo che nella sua vita e' sempre stato al posto di chi comanda e mai al posto di chi lo prende in culo, tu, spiritosa testa di cazzo che all'una di notte si attarda in un bar quasi vuoto perche' a casa ha solo una moglie che non lo sopporta, tu, che ti diverti a mettere in imbarazzo per una cazzata una come me, tu, col tuo culo grasso e peloso e le tue scarpe di marca, che mi fai solo tristezza e non lo sai e ti permetti di fare commenti inutili, scortesi e sgrammaticati mentre io non ti ho nemmeno rivolto la parola in effetti, tu, fallito della vita convinto invece di essere un figo realizzato e arrivato, tu sei un coglione, e dovresti rivedere un attimo il tuo punto di vista, e soprattutto dovresti andartene immediatamente affanculo.
Guarda, questa sigaretta, questa preziosissima sigaretta che io, parassita, cosi inappropriatamente mi sono permessa di chiedere al cameriere che me l'ha concessa non senza un certo disappunto (cazzo! Ma stiamo parlando di una sigaretta, porca troia!), be', insomma, questa fottutissima sigaretta io, ora, rinuncerei a fumarmela, solo per potertela invece infilare su per quel culo schifoso, insieme anche ad una trave di legno scheggiato.
Cosi potrei vedere se, provando almeno una volta in vita tua a prenderla in culo, abbasseresti la cresta e capiresti che, in fondo ma neanche troppo, sei solo un povero stronzo. Vorrei vederti piangere, pirla."

Invece non gli ho detto nulla.
Casa. Che bello essere tornata dalle mie parti.

Peace and love

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